1ORA, quant'è alle cose sacrificate agl'idoli, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno.
5Perciocchè, benchè ve ne sieno, ed in cielo, ed in terra, di quelli che son nominati dii (secondo che vi son molti dii, e molti signori),
6nondimeno, quant'è a noi, abbiamo un solo Iddio, il Padre, per lo quale son tutte le cose, e noi per lui.
7Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni mangiano quelle cose infino ad ora, con coscienza dell'idolo, come cosa sacrificata all'idolo1 Cor. 10.28,29.; e la lor coscienza, essendo debole, è contaminataRom. 14.14,23..
8Ora il mangiare non ci commenda a DioRom. 14.17.; perciocchè, avvegnachè noi mangiamo, non abbiamo però nulla di più; e avvegnachè non mangiamo, non abbiamo però nulla di meno.
9Ma, guardate che talora questa vostra podestà non divenga intoppo a' deboliRom. 14.13,20. 1 Cor. 10.23. Gal. 5.13..
10Perciocchè, se alcuno vede te, che hai conoscenza, essere a tavola nel tempio degl'idoli, non sarà la coscienza d'esso, che è debole, edificata a mangiar delle cose sacrificate agl'idoli1 Cor. 10.28,32.?
11E così, per la tua conoscenza, perirà il fratello deboleRom. 14.15,20., per cui Cristo è morto?
12Ora, peccando così contro a' fratelli, e ferendo la lor coscienza debole, voi peccate contro a CristoMat. 25.40,45..
13Per la qual cosa, se il mangiare dà intoppo al mio fratello, giammai in perpetuo non mangerò carne, acciocchè io non dia intoppo al mio fratelloRom. 14.21. 2 Cor. 11.29..
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