GEREMIA 4 - Diodati Bible 1885

1O Israele, se tu ti converti, dice il Signore, convertiti a me; ahi! il chiuso del mio cuore! il mio cuore romoreggia in me; io non posso racchetarmi; perciocchè, o anima mia, tu hai udito il suon della tromba, lo stormo della guerra.

20Una ruina è chiamata dietro all'altra ruina; conciossiachè tutto il paese sia guasto; le mie tende sono state di subito guaste, ed i miei teli in un momento.

21Infino a quando vedrò la bandiera, e udirò il suon della tromba?

22 Questo è perciocchè il mio popolo è stolto, e non mi conoscono; son figliuoli pazzi, e non hanno alcuno intendimento; ben sono cauti a far male, ma non hanno alcun conoscimento da far beneSal. 36.3. Rom. 16.19..

23Io ho riguardata la terra; ed ecco, era una cosa tutta guasta, e deserta; ho anche riguardati i cieli, e la lor luce non era più.

24Ho riguardati i monti; ed ecco, tremavano, e tutti i colli erano scrollati.

25Io ho riguardato; ed ecco, gli uomini non erano più; ed anche tutti gli uccelli de' cieli si erano dileguati.

26Io ho riguardato; ed ecco, Carmel era un deserto, e tutte le sue città erano distrutte dal Signore, per l'ardor della sua ira.

27Perciocchè, così ha detto il Signore: Tutto il paese sarà desolato, ma non farò ancora fineGer. 30.11; 46.28..

28Per tanto la terra farà cordoglio, e i cieli di sopra scureranno; perciocchè io ho pronunziata, io ho pensata la cosa, e non me ne pentirò, nè storròNum. 23.19 e rif. Ger. 7.16..

29Tutte le città se ne fuggono, per lo strepito de' cavalieri, e de' saettatori; entrano in boschi folti, e salgono sopra le rocce; ogni città è abbandonata, e niuno vi abita più.

30E tu, o distrutta, che farai? benchè tu ti vesti di scarlatto, e ti adorni di fregi d'oro, e ti stiri gli occhi col liscio, in vano ti abbellisci; gli amanti ti hanno a schifoGer. 30.14. Lam. 1.2,19., cercano l'anima tua.

31Perciocchè io ho udito un grido, come di donna che partorisce; una distretta, come di donna che è sopra parto del suo primogenito; il grido della figliuola di Sion, che sospira ansando, ed allarga le palme delle sue mani1 Re. 8.22. Is. 1.15., dicendo: Ahi lassa me! perciocchè l'anima mi vien meno per gli ucciditori.

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