EVANGELO DI S. LUCA 7 - Diodati Bible 1885

Il centurione di Capernaum(Mat. 8.5-13 e rif.)

1ORA, dopo ch'egli ebbe finiti tutti questi suoi ragionamenti, udente il popolo, entrò in Capernaum.

2E il servitore di un certo centurione, il quale gli era molto caro, era malato, e stava per morire.

3Or il centurione, avendo udito parlar di Gesù, gli mandò degli anziani de' Giudei, pregandolo che venisse, e salvasse il suo servitore.

4Ed essi, venuti a Gesù, lo pregarono instantemente, dicendo: Egli è degno che tu gli conceda questo;

5perciocchè egli ama la nostra nazione, ed egli è quel che ci ha edificata la sinagoga.

6E Gesù andava con loro.

E come egli già era non molto lungi dalla casa, il centurione gli mandò degli amici, per dirgli: Signore, non faticarti, perciocchè io non son degno che tu entri sotto al mio tetto.

7Perciò ancora, non mi son reputato degno di venire a te ma comanda solo con una parola, e il mio servitore sarà guarito.

8Perciocchè io sono uomo sottoposto alla podestà altrui, ed ho sotto di me de' soldati; e pure, se dico all'uno: Va', egli va; se all'altro: Vieni, egli viene; e se dico al mio servitore: Fa' questo, egli lo fa.

9E Gesù, udite queste cose, si maravigliò di lui, e rivoltosi, disse alla moltitudine che lo seguitava: Io vi dico, che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede.

10E quando coloro ch'erano stati mandati furon tornati a casa, trovarono il servitore ch'era stato infermo esser sano.

Il figlio della vedova di Nain

11ED avvenne nel giorno seguente, che egli andava in una città, detta Nain; e i suoi discepoli, in gran numero, e una gran moltitudine andavano con lui.

12E come egli fu presso della porta della città, ecco, si portava a seppellire un morto, figliuolo unico di sua madre, la quale ancora era vedova, e gran moltitudine della città era con lei.

13E il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei, e le disse: Non piangere.

14Ed accostatosi, toccò la bara (or i portatori si fermarono), e disse: Giovanetto, io tel dico, levati.

37Ed ecco, vi era in quella città una donna ch'era stata peccatrice, la quale, avendo saputo ch'egli era a tavola in casa del Fariseo, portò un alberello d'olio odorifero.

38E stando a' piedi di esso, di dietro, piangendo, prese a rigargli di lagrime i piedi, e li asciugava co' capelli del suo capo; e gli baciava i piedi, e li ungeva con l'olio.

39E il Fariseo che l'avea convitato, avendo veduto ciò, disse fra sè medesimo: Costui, se fosse profeta, conoscerebbe pur chi, e quale sia questa donna che lo tocca; perciocchè ella è una peccatrice.

40E Gesù gli fece motto, e disse: Simone, io ho qualche cosa a dirti. Ed egli disse: Maestro, di' pure.

41 E Gesù gli disse: Un creditore avea due debitori; l'uno gli dovea cinquecento denari, e l'altro cinquanta.

42E non avendo essi di che pagare, egli rimise il debito ad amendue. Di' adunque, qual di loro l'amerà più?

43E Simone, rispondendo, disse: Io stimo colui a cui egli ha più rimesso.

E Gesù gli disse: Tu hai dirittamente giudicato.

44E rivoltosi alla donna, disse a Simone: Vedi questa donna; io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua a' piedi?

50Ma Gesù disse alla donna: La tua fede ti ha salvata; vattene in pace.

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