FATTI DEGLI APOSTOLI 17 - Diodati Bible 1885

Paolo in Tessalonica ed in Berrea

1ED essendo passati per Anfipoli, e per Apollonia, vennero in Tessalonica; e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle scritture sono eziandio venuti qua.

7E Giasone li ha raccolti; ed essi tutti fanno contro agli statuti di Cesare, dicendo esservi un altro re, cioè Gesù.

8E commossero il popolo, e i rettori della città, che udivano queste cose.

9Ma pure essi, ricevuta cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.

10E i fratelli subito di notte mandarono via Paolo e Sila, in Berrea; ed essi, essendovi giunti, andarono nella sinagoga de' Giudei.

11Or costoro furon più generosi che gli altri ch' erano in Tessalonica; e con ogni prontezza ricevettero la parola, esaminando tuttodì le scritture, per vedere se queste cose stavano così.

12Molti adunque di loro credettero, e non piccol numero di donne Greche onorate, e d'uomini.

13Ma, quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era da Paolo stata annunziata eziandio in Berrea, vennero anche là, commovendo le turbe.

14Ma allora i fratelli mandarono prontamente fuori Paolo, acciocchè se ne andasse, facendo vista di andare al mare; e Sila, e Timoteo rimasero quivi.

Paolo in Atene; il suo discorso nell'Areopago

15E COLORO che aveano la cura di por Paolo in salvo, lo condussero sino in Atene; e, ricevuta da lui commission di dire a Sila, ed a Timoteo, che quanto prima venissero a lui, e con le persone religiose, ed ogni dì in su la piazza con coloro che si scontravano.

18Ed alcuni de' filosofi Epicurei, e Stoici, conferivan con lui. Ed alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E gli altri: Egli pare essere annunziatore di dii stranieri; perciocchè egli evangelizzava loro Gesù, e la risurrezione.

19E lo presero, e lo menarono nell'Areopago, dicendo: Potrem noi sapere qual sia questa nuova dottrina, la qual tu proponi?

20Perciocchè tu ci rechi agli orecchi cose strane; noi vogliamo dunque sapere che cosa si vogliano coteste cose.

21Or tutti gli Ateniesi, e i forestieri che dimoravano in quella città, non passavano il tempo ad altro, che a dire, o ad udire alcuna cosa di nuovo.

22E Paolo, stando in piè in mezzo dell'Areopago, disse:

Uomini Ateniesi, io vi veggo quasi troppo religiosi in ogni cosa.

23Perciocchè, passando, e considerando le vostre deità, ho trovato eziandio un altare, sopra il quale era scritto: ALL'IDDIO SCONOSCIUTO. Quello adunque il qual voi servite, senza conoscerlo, io ve l'annunzio.

24L'Iddio che ha fatto il mondo, e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in tempii fatti d'opera di mani.

25E non è servito per mani d'uomini, come avendo bisogno d'alcuna cosa; di che ha fatta fede a tutti, avendolo suscitato da' morti.

32Quando udirono mentovar la risurrezion de' morti, altri se ne facevano beffe, altri dicevano: Noi ti udiremo un'altra volta intorno a ciòFat. 24.25..

33E così Paolo uscì del mezzo di loro.

34Ed alcuni si aggiunsero con lui, e credettero; fra i quali fu anche Dionigio l'Areopagita, ed una donna chiamata per nome Damaris, ed altri con loro.

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