ISAIA 33 - Diodati Bible 1885

Gerusalemme sarà riscattata e fatta gloriosa e felice

1GUAI a te che predi, e non sei stato predato; e a te, o disleale, che non sei stato trattato dislealmente! quando avrai finito di predare, sarai predato; quando avrai cessato di operar dislealmente, sarai trattato dislealmente; sii il braccio di costoro per ogni mattina; ed anche la nostra salute al tempo della distretta.

3I popoli se ne son fuggiti per lo suon dello strepito; le genti sono state disperse per lo tuo innalzamento.

8Le strade son deserte, i viandanti son cessati. Egli ha rotto il patto; che tura gli orecchi, per non udire omicidii; e chiude gli occhi, per non vedere il maleGiob. 31.1. Sal. 119.37.;

16esso abiterà in luoghi eccelsi; le fortezze delle rocce saranno il suo alto ricetto; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua non fallirà2 Cron. 32.30..

17Gli occhi tuoi mireranno il re nella sua bellezza, vedranno la terra lontana.

18Il tuo cuore mediterà lo spavento, e dirai: Dove è il commessario della rassegna? dove è il pagatore? dove è colui che tiene i registri delle torri?

19Ma tu non vedrai il popolo fiero, popolo di linguaggio oscuro, che non s'intendeDeut. 28.49,50. Ger. 5.15.; di lingua balbettante, che non si comprende.

20Riguarda Sion, città delle nostre feste solenni; gli occhi tuoi veggano Gerusalemme, stanza tranquilla, tabernacolo che non sarà giammai trasportato altrove, i cui piuoli giammai non saranno rimossi, nè rotta alcuna delle sue funiSal. 46.5; 125.1,2. Is. 37.35.;

21anzi quivi sarà il Signore magnifico inverso noi; quello sarà un luogo di fiumi, di rivi larghi, al quale non potrà giunger nave da remo, nè grosso navilio passarvi.

22Perciocchè il Signore è il nostro Giudice, il Signore è il nostro LegislatoreGiac. 4.12., il Signore è il nostro Re; egli ci salverà.

23Le tue corde son rallentate; esse non potranno tener fermamente diritto l'albero della lor nave, nè spiegar la vela; allora sarà spartita la preda di grandi spoglie; gli zoppi stessi prederanno la preda.

24E gli abitanti non diranno più: Io sono infermo; il popolo che abiterà in quella sarà un popolo, al quale l'iniquità sarà perdonataGer. 50.20..

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