1AHI lasso me! perciocchè io son divenuto come quando si son fatte le ricolte de' frutti della state; come quando si è racimolato dopo la vendemmia; non vi è più grappolo da mangiare; l'anima mia ha desiderato un frutto primaticcio.
2L'uomo pio è venuto meno in terra, e non vi è più alcun uomo diritto fra gli uomini, e il giudice giudica per ricompensa, e il grande pronunzia la perversità dell'anima sua, ed essi l'intrecciano.
4Il miglior di loro è come una spina, non vi confidate nel conduttore; guarda gli usci della tua bocca da colei che ti giace in seno.
6Perciocchè il figliuolo villaneggia il padre, la figliuola si leva contro alla madre; io aspetterò l'Iddio della mia salute; l'Iddio mio mi esaudirà.
8Non rallegrarti di me, nemica mia; se son caduta, io mi rileverò, che perdoni l'iniquità, e passi di sopra al misfatto del rimanente della tua eredità? egli non ritiene in perpetuo l'ira sua; perciocchè egli prende piacere in benignità.
19Egli avrà di nuovo pietà di noi, egli metterà le nostre iniquità sotto i piedi, e getterà nel fondo del mare tutti i nostri peccati.
20Tu atterrai a Giacobbe la verità, e ad Abrahamo la benignità, la quale tu giurasti a' nostri padri già anticamenteSal. 105.8 ecc. e rif. Luc. 1.72,73..
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