EVANGELO DI S. LUCA 15 - Diodati Bible 1885

Parabole della pecora e della dramma smarrite

1OR tutti i pubblicani e peccatori, si accostavano a lui, per udirlo.

2Ed i Farisei e gli Scribi ne mormoravano, dicendo: Costui accoglie i peccatori, e mangia con loro, che non hanno bisogno di ravvedimento.

8Ovvero, qual'è la donna, che, avendo dieci dramme, se ne perde una, non accenda la lampana, e non ispazzi la casa, e non cerchi studiosamente, finchè l'abbia trovata?

9E quando l'ha trovata, non chiami insieme le amiche, e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la dramma, la quale io avea perduta?

10Così, vi dico, vi sarà allegrezza fra gli angeli di DioMat. 18.10., per un peccatore ravveduto.

Parabola del figliuol prodigo

11DISSE ancora: Un uomo avea due figliuoli.

12E il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte de' beni che mi toccaDeut. 21.17.. E il padre spartì loro i beni.

13E, pochi giorni appresso, il figliuol più giovane, raccolto ogni cosa, se ne andò in viaggio in paese lontano, e quivi dissipò le sue facoltà, vivendo dissolutamente.

14E, dopo ch'egli ebbe speso ogni cosa, una grave carestia venne in quel paese, talchè egli cominciò ad aver bisogno.

15E andò, e si mise con uno degli abitatori di quella contrada, il qual lo mandò a' suoi campi, a pasturare i porci.

16Ed egli desiderava d'empiersi il corpo delle silique, che i porci mangiavanoLuc. 16.21., ma niuno gliene dava.

17Ora, ritornato a sè medesimo, disse: Quanti mercenari di mio padre hanno del pane largamente, ed io mi muoio di fame!

18Io mi leverò, e me ne andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te;

19e non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo; fammi come uno de' tuoi mercenari.

20Egli adunque si levò, e venne a suo padre; ed essendo egli ancora lontanoEfes. 2.13,17., suo padre lo vide, e n'ebbe pietà; e corseGiac. 4.8., e gli si gettò al colloGen. 45.14; 46.29., e lo baciò2 Sam. 14.33..

21E il figliuolo gli disse: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a teSal. 51.4., e non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo.

22Ma il padre disse a' suoi servitori: Portate qua la più bella vesta, e vestiteloZac. 3.3 ecc., e mettetegli un anello in ditoGen. 41.42., e delle scarpe ne' piedi.

23E menate fuori il vitello ingrassato, ed ammazzatelo, e mangiamo, e rallegriamoci;

24perciocchè questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vitaEfes. 2.1; 5.14. Col. 2.13.; era perduto, ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa.

25Or il figliuol maggiore di esso era a' campi; e come egli se ne veniva, essendo presso della casa, udì il concento e le danze.

26E, chiamato uno de' servitori, domandò che si volesser dire quelle cose.

27Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto, e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perciocchè l'ha ricoverato sano e salvo.

28Ma egli si adirò, e non volle entrare; laonde suo padre uscì, e lo pregava d'entrare.

29Ma egli, rispondendo, disse al padre: Ecco, già tanti anni io ti servo, e non ho giammai trapassato alcun tuo comandamento; e pur giammai tu non mi hai dato un capretto, per rallegrarmi co' miei amici.

30Ma, quando questo tuo figliuolo, che ha mangiati i tuoi beni con le meretrici, è venuto, tu gli hai ammazzato il vitello ingrassato.

31Ed egli gli disse: Figliuolo, tu sei sempre meco, e ogni cosa mia è tuaGiov. 8.35..

32Or conveniva far festa, e rallegrarsi, perciocchè questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita, era perduto, ed è stato ritrovato.

Blog
About Us
Message
Site Map

Who We AreWhat We EelieveWhat We Do

Terms of UsePrivacy Notice

2025 by iamachristian.org,Inc All rights reserved.

Home
Gospel
Question
Blog
Help