EZECHIELE 19 - Diodati Bible 1885

Lamento: la leonessa e la vite

1OR tu prendi a far lamento dei principi d'Israele. E di':

2Quale era tua madre? una leonessa; ella era giaciuta fra i leoni, ella avea allevati i suoi leoncini in mezzo de' leoncelli.

3Or ella avea allevato uno de' suoi leoncini, che divenne leoncello2 Re. 23.31 ecc., e imparò a rapir la preda, e divorava gli uomini.

4E le nazioni, uditone il grido, vennero contro a lui; ed egli fu preso nella lor fossa; e lo menarono incatenato nel paese di Egitto2 Cron. 36.4. Ger. 22.11,12..

5Ed ella, quando vide che si era assai trattenuta aspettando, e che la sua speranza era perduta, prese un altro dei suoi leoncini, e ne fece un leoncello2 Re. 23.34..

6Ed egli, essendo divenuto leoncello, andava, e veniva fra i leoni, e imparò a rapir la preda, e divorava gli uominiGer. 22.13-18..

7Ed ebbe sol cura de' suoi palazzi, e desertò le lor città; e il paese, e tutto ciò che è in esso fu desolato per la voce del suo ruggire.

8E le nazioni delle provincie d'ogn'intorno gli diedero addosso2 Re. 24.2., e tesero contro a lui la lor rete, ed egli fu preso nella lor fossa.

9Poi lo misero incatenato in una gabbia, e lo condussero al re di Babilonia2 Cron. 36.6. Ger. 22.18.; e lo misero in certe fortezze, acciocchè la sua voce non si udisse più ne' monti d'Israele.

10La madre tua, quando tu ti fosti taciuto, divenne come una vite piantata presso alle acqueEzec. 17.6 ecc.; divenne fruttifera, e fronzuta, per la copia dell'acqua.

11Ed ebbe delle verghe forti, da scettri di signori; e divenne alta di ceppo, sopra gli alberi folti, fra i quali ella era, e fu ragguardevole per la sua altezza, per l'abbondanza de' suoi tralci.

12Ma è stata sterpata con ira, è stata gettata in terra, e il vento orientale ha seccato il suo frutto; le sue verghe forti sono state rotte, e non seccate; il fuoco le ha consumate.

13Ed ora, ella è piantata nel deserto2 Re. 24.12-16., in terra secca ed arida.

14E d'una verga de' suoi rami è uscito un fuoco che ha consumato il frutto di essa2 Re. 24.20., e non vi è più in lei verga forte, scettro da signoreggiare.

Quest'è un lamento, e sarà per lamento.

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