1Uomini fratelli, e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa.
2Ora, quando ebbero udito ch'egli parlava loro in lingua ebrea, tanto più fecero silenzio. Poi disse:
3Io certo son uomo Giudeo, mettendo ne' legami, ed in prigione uomini e donne.
5Come mi son testimoni il sommo sacerdote, e tutto il concistoro degli anziani; da cui eziandio avendo ricevute lettere a' fratelli, io andava in Damasco; perciocchè ei non conviene ch'egli viva.
23E, come essi gridavano, e gettavano i lor vestimenti, e mandavano la polvere in aria,
24il capitano comandò che Paolo fosse menato dentro alla rocca, ordinando che si facesse inquisizion di lui per flagelli, per sapere per qual cagione gridavano così contro a lui.
25Ma, come l'ebbero disteso con le coregge, Paolo disse al centurione ch'era quivi presente: Evvi egli lecito di flagellare un uomo RomanoFat. 16.37., e non condannato?
26E il centurione, udito ciò, venne, e lo rapportò al capitano, dicendo: Guarda ciò che tu farai, perciocchè quest'uomo è Romano.
27E il capitano venne a Paolo, e gli disse: Dimmi, sei tu Romano?
28Ed egli disse: Sì, certo. E il capitano rispose: Io ho acquistata questa cittadinanza per gran somma di danari. E Paolo disse: Ma io l'ho anche di nascita.
29Laonde coloro che doveano far l'inquisizion di lui si ritrassero subito da lui; e il capitano stesso ebbe paura, avendo saputo ch'egli era Romano; perciocchè egli l'avea legato.
Paolo dinanzi al Sinedrio30E IL giorno seguente, volendo saper la certezza di ciò onde egli era accusato da' Giudei, lo sciolse da' legami, e comandò a' principali sacerdoti, ed a tutto il lor concistoro, di venire. E, menato Paolo a basso, lo presentò davanti a loro.
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