GIOBBE 9 - Diodati Bible 1885

Giobbe ammette la giustizia, l'onnipotenza e la sovranità di Dio, e lo stato di peccato dell'uomo; ma sostiene che le disgrazie colpiscono il giusto al pari del peccatore. Poi torna a rammaricarsi de' suoi mali, desiderando e temendo al tempo stesso di dibatterli con Dio, e termina col desiderare la morte

1E GIOBBE rispose e disse:

2Veramente io so ch'egli è così;

E come si giustificherebbe l'uomo appo Iddio;

Chi si è mai indurato contro a lui, ed è prosperato?

5 Contro a lui, che spianta i monti,

Senza che si possa sapere come egli li abbia rivolti sottosopra nella sua ira;

6Che crolla la terra

25Ma i miei giorni sono stati più leggieri che un corriero;

Son fuggiti via, non hanno goduto il bene;

26Son trascorsi come saette,

Come un'aquila che vola frettolosa al pasto.

27Se io dico: Io dimenticherò il mio lamento,

Io lascerò il mio cruccio, e mi rinforzerò;

28Io sono spaventato di tutti i miei tormenti,

Io so che tu non mi reputerai innocente.

29Io sarò reo;

Perchè adunque mi affaticherei in vano?

30Quando io mi fossi lavato con acque di neve,

E nettatomi le mani col saponeGer. 2.22.;

31Allora pure tu mi tufferesti in una fossa,

E i miei vestimenti mi avrebbero in abbominio.

32Perciocchè egli non è un uomo, come son io, perchè io gli rispondaEccl. 6.10. Is. 45.9,10. Rom. 9.20.,

E perchè noi veniamo insieme a giudicio.

33Ei non v'è niuno che possa dar sentenza fra noi,

Che possa metter la mano sopra amendue noi.

34 Ma rimuova egli pur la sua verga d'addosso a me,

E non mi conturbi il suo spaventoGiob. 13.20-22. Sal. 39.10..

35 Allora io parlerò, e non avrò paura di lui;

Perciocchè in questo stato io non sono in me stesso.

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