18[1] Si era al tempo di Artaserse quando avvennero questi fatti. Il suo regno si estendeva dai confini dell'India fino all’Etiopia, ed era diviso in centoventisette province.
19-20[2-3] Nel terzo anno del suo regno, mentre si trovava nella sua reggia di Susa, Artaserse offrì un banchetto ai suoi intimi collaboratori, ai nobili dei Medi, dei Persiani e delle altre nazionalità dell'impero, e ai prefetti delle province.
21[4] Egli mostrò così le ricchezze del suo impero e lo splendore dei suoi magnifici divertimenti. La festa durò centottanta giorni.
22[5] Alla fine il re organizzò un banchetto per tutte le persone che si trovavano in città. La festa si svolse nel cortile della reggia e durò sei giorni.
23[6] Il cortile era decorato da tende di lino delicato e pregiato appese alle colonne di marmo e di alabastro con anelli d'oro e d'argento e con cordoni di lino color porpora. I divani, con ornamenti d'oro e d'argento, erano sopra un pavimento di pietra verde smeraldo, di marmo bianco e di madreperla. Vi erano tappeti con ricami di colori cangianti e rose disposte in circolo.
24[7] Si beveva in tazze d'oro e d'argento. Era messa in mostra una piccola coppa ornata di gemme, di immenso valore. Il vino era abbondante e dolce, e ne beveva anche il re.
25[8] Per bere non c’erano disposizioni particolari, perché così aveva ordinato il re. Egli aveva comandato ai camerieri di accontentare i desideri suoi e degli invitati.
26[9] Anche la regina Vasti aveva fatto un banchetto per le donne nella stessa reggia di Artaserse.
27-28[10-11] cfr. 2 Re 20,18.Il settimo giorno il re, diventato allegro, ordinò di far venire accanto a sé la regina Vasti, per metterle sul capo la corona regale e mostrare ai prìncipi e a tutta la gente la sua bellezza, che era davvero eccezionale. L’ordine fu portato dai sette servitori personali del re, che si chiamavano Aman, Bazan, Tarra, Borazè, Zatoltà, Abatazà e Tarabà.
29[12] Ma la regina non volle seguire i sette servitori. Il re ne fu molto contrariato e andò in collera.
30[13] Egli disse ai suoi collaboratori: «La regina non mi ha ubbidito. Giudicate il caso e decidete».
31[14] Si fecero avanti Archeseo, Sarsateo e Maleseàr, i quali erano le prime autorità dell'impero dei Medi e dei Persiani. Il re se li teneva molto vicini e si consigliava abitualmente con loro.
32[15] Essi indicarono al re quali provvedimenti, secondo la legge, si dovevano prendere contro la regina Vasti per aver disubbidito all’ordine del re portato dai sette servitori.
33[16] Allora un certo Mucheo prese la parola di fronte al re e ai suoi ministri: «La regina Vasti non ha offeso soltanto la persona del re, ma tutti i suoi ministri e funzionari.
34[17] Abbiamo udito dal racconto del re in che modo essa gli ha risposto.
35[18] Anche le mogli dei funzionari dei Medi e dei Persiani, non appena sapranno come la regina ha risposto al re, si sentiranno incoraggiate a mancare di rispetto ai loro mariti.
36[19] Se tu, o re, credi che sia giusto, l’unica cosa da fare è questa: sia scritto un decreto e sia messo nella raccolta delle leggi del regno. Il decreto deve stabilire che Vasti non potrà più comparire alla presenza del re Artaserse e che un’altra, migliore di lei, diventerà regina al suo posto.
37[20] Il decreto del re, una volta fatto, dovrà essere applicato in tutto l’impero. Allora tutte le mogli porteranno rispetto ai loro mariti, di qualunque condizione siano».
38[21] Sia il re sia la sua corte approvarono il suggerimento di Mucheo.
39[22] Il re fece preparare il decreto, lo fece tradurre nella lingua di ogni provincia e lo mandò in tutto l’impero. Così si garantì l’ordine e il rispetto in ogni famiglia.
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