1Questi sono gli insegnamenti di Agur, figlio di Iakè,
i detti solenni pronunziati a nome di Itièl;
di Itièl e di Ucal.
2Io sono stupido come una bestia,
non ho l’intelligenza di altri uomini.
3Non ho imparato la sapienza
e non possiedo la scienza sacra.
4 mangia e si pulisce la bocca
e dice: «Non ho fatto niente di male!».
21-23Tre cose sconvolgono un paese e sono insopportabili:
uno schiavo che diventa re,
uno stolto che ha tutto quel che vuole,
una donna brutta e antipatica che trova marito.
Ma ce n’è soprattutto una quarta:
una schiava che prende il posto della padrona.
24Quattro sono gli animali più piccoli della terra,
ma sono i più scaltri ed abili:
25le formiche, popolo senza forza,
che d'estate mettono da parte il cibo per l’inverno;
26gli iraci, popolo di incapaci,
che sanno farsi la tana fra le rocce;
27le cavallette, che non hanno un re,
eppure sanno marciare in buon ordine;
28le lucertole, che si lasciano prendere con le mani,
eppure sanno penetrare fin nei palazzi dei re!
29-31Tre esseri viventi hanno un aspetto solenne e maestoso:
il leone, il più forte degli animali,
che non ha paura di nessuno;
la zebra dalle reni vigorose e il caprone.
Ce n’è soprattutto un quarto:
un re a capo del suo popolo.
32Se sei stato tanto stolto
da essere arrogante, ma poi ci hai ripensato,
ora tieni chiusa la bocca!
33Se sbatti il latte, ne esce il burro;
se schiacci il naso, ne esce il sangue;
se scoppia la collera, ne esce una lite.
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