1 Tobia perché era suo parente. Prima ancora, in questa stanza si custodivano le offerte, l’incenso, gli oggetti sacri, insieme alle decime del grano, del vino nuovo e dell'olio dovute, secondo la legge, ai leviti, ai portinai, ai cantori e, per la loro parte, ai sacerdoti.
6 La stanza era stata data a Tobia mentre io ero assente da Gerusalemme. Infatti nel trentaduesimo anno del regno di Artaserse re di Babilonia, io ero ritornato presso di lui. Ma, dopo un po’ di tempo ottenni nuovamente il permesso
7di venire a Gerusalemme. Solo allora seppi che Eliasìb aveva concesso a Tobia una stanza che dava sul cortile del tempio. Disapprovai questo fatto
8e fui così contrariato che feci buttar fuori da quella stanza tutta la roba di Tobia e
9purificare il locale. Vi depositai di nuovo gli oggetti sacri del tempio, le offerte e l’incenso.
10 gente di Tiro, che abitava a Gerusalemme, si procurava pesce e altre merci per venderle in giorno di sabato agli abitanti della città e della Giudea.
17Intervenni presso le autorità della Giudea e dissi loro: «Vi rendete conto del male che fate? Voi non rispettate il carattere sacro del sabato.
18Anche i vostri padri hanno agito così, ma Dio ha fatto venire su di noi e la nostra città tutti i mali che ben ricordate. Se non rispettate il sabato voi attirate castighi sugli Israeliti».
19Diedi l’ordine di chiudere le porte di Gerusalemme al tramonto prima del sabato e di non riaprirle fino alla sera successiva. Inoltre misi di guardia alcuni miei collaboratori perché non entrasse in città nessun carico in giorno di sabato.
20Per uno o due sabati alcuni mercanti, con le loro merci di ogni genere, passarono la notte fuori della città.
21Ma diedi loro questo avviso: «Se passate ancora la notte sotto le mura della città, vi farò arrestare». Da allora, di sabato, non vennero più mercanti.
22Poi ordinai ai leviti di purificarsi e di mettersi di guardia alle porte per far rispettare il sabato.
«O mio Dio, ricordati anche di questo e, nella tua bontà infinita, trattami con benevolenza».
23 In quel periodo venni anche a sapere che alcuni avevano sposato donne ammonite, moabite e della città di Asdod.
24Metà dei loro figli parlava la lingua di Asdod, altri usavano lingue di popoli diversi, ma nessuno sapeva la nostra.
25Io reagii duramente: minacciai maledizioni, ne picchiai qualcuno e gli strappai perfino i capelli. Poi li feci giurare in nome di Dio che non avrebbero mai più combinato matrimoni con gente di quelle popolazioni.
26Sanballàt il Coronita e, per questo, io lo mandai via.
29«O mio Dio, non dimenticare il disonore che simili persone hanno gettato sul sacerdozio e sulla tua alleanza con sacerdoti e leviti».
30Io eliminai ogni influsso straniero. Fissai i compiti dei sacerdoti e dei leviti e i doveri di ciascuno.
31offerte periodiche di legname e dei primi frutti.
«O mio Dio, ricordati di me e proteggimi».
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