1Un giorno del mese di Nisan nel ventesimo anno del regno di Artaserse, durante un banchetto, venne il momento di servirgli il vino. Mentre glielo versavo, il re si accorse che il mio volto non era sereno come al solito.
2— Perché sei triste? — mi domandò. — Non sembri malato; che cosa ti preoccupa?
Con molto timore
3regione occidentale, perché mi permettano di arrivare in Giudea.
8Sanballàt il Coronita, e Tobia, un funzionario ammonita, furono molto contrariati perché arrivava qualcuno disposto a occuparsi del bene degli Israeliti.
Neemia ispeziona le mura della città11Arrivato a Gerusalemme, mi riposai tre giorni.
12Non feci sapere a nessuno il progetto che il Signore mi aveva suggerito per la città. Mi alzai di notte con alcuni dei miei uomini. Salii sul mio asino e, senza altre cavalcature,
13in piena notte uscii dalla porta della Valle. Mi diressi verso la fonte del Drago e la porta del Letame. Esaminai quel tratto di mura c’erano solo rovine e le porte erano distrutte dal fuoco.
14Proseguii verso la porta della Sorgente e la piscina del Re, ma l’asino non poteva passare.
15Allora, sempre di notte, risalii la valle del torrente Cedron e di lì esaminai le mura. Poi tornai indietro e rientrai in città per la porta della Valle.
16Nessuna delle autorità del posto sapeva dove ero andato o che cosa avevo fatto. Non avevo detto nulla neppure agli Israeliti. Sacerdoti, capi, funzionari e futuri responsabili dei lavori erano ancora all’oscuro di tutto.
17Un giorno parlai loro così: «Vedete tutti in che miseria ci troviamo: la città è in rovina e le sue porte sono distrutte dal fuoco. Ricostruiamo le mura e liberiamoci da questa situazione umiliante!».
18avete niente a che fare con Gerusalemme: nessun diritto, nessuna proprietà, nessun ricordo. Noi ci mettiamo a ricostruire perché siamo sicuri che il Dio del cielo ci aiuterà fino alla fine. Siamo i suoi servi».
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