Numeri 11 - Italian Common Language Bible

Gli Israeliti castigati a Taberà

1 manna aveva la forma dei semi di coriandolo e lo stesso colore della resina.

8-9Essa si posava di notte sull’accampamento insieme alla rugiada e, al mattino, il popolo andava in giro a raccoglierla. La schiacciavano con due pietre da macina e la riducevano in polvere in un mortaio; poi la cuocevano nelle pentole oppure facevano delle focacce. La manna aveva il sapore delle focacce all’olio.

10Mosè sentì gli Israeliti lamentarsi e piangere, radunati per famiglie davanti all’ingresso delle proprie tende. Il Signore si riempì di forte sdegno e Mosè, preso da un gran dolore,

11gli domandò: Perché mi tratti male? Perché non sei più benevolo con me e carichi sulle mie spalle il peso di tutta questa gente?

12Non l’ho voluto io questo popolo, non sono stato io a metterlo al mondo, eppure mi ordini di portarlo in braccio, come una balia con un bambino, e di condurlo nella terra che hai promesso ai suoi antenati.

13Dove vado a prendere carne per tutta questa gente che se la prende con me e mi dice: Dacci carne da mangiare?

14ma poi smisero.

26Due uomini, uno di nome Eldad e l’altro Medad, che erano nell’elenco dei settanta anziani, erano rimasti nell’accampamento, invece di recarsi alla tenda. Lo spirito si posò anche su di loro, e così, si misero a parlare come profeti in mezzo all’accampamento.

27Un ragazzo corse ad avvertire Mosè.

— Eldad e Medad — gli disse — stanno facendo i profeti in mezzo all’accampamento.

28Giosuè, figlio di Nun, che fin da ragazzo era stato aiutante di Mosè, disse:

— Mosè, mio signore, falli smettere!

29Ma Mosè rispose:

— Sei geloso per me? Invece, volesse davvero il Signore comunicare il suo spirito a tutto il popolo d'Israele, e tutti diventassero profeti!

30Allora Mosè e i settanta anziani d'Israele tornarono nell’accampamento.

Le quaglie

31 Es 16,12-13. Il Signore fece soffiare dal mare un vento, che portò con sé stormi di quaglie e le fece calare sull’accampamento. Ce n’erano attorno al campo per la distanza di un giorno di cammino in tutte le direzioni, e coprivano il suolo fino a mucchi di circa un metro.

32Per raccogliere le quaglie il popolo impiegò quel giorno, la notte e tutto il giorno seguente. Chi aveva raccolto meno quaglie di tutti, ne aveva migliaia di chili. Gli Israeliti sparsero le quaglie intorno all’accampamento per farle seccare.

33Mentre avevano ancora quella carne sotto i denti, prima di finire di masticarla, il Signore si riempì di sdegno contro di loro e li colpì con una terribile epidemia.

34Quella località fu chiamata Kibrot-Taavà (Tombe dell'Ingordigia), appunto perché là seppellirono gli Israeliti ingordi di carne.

35Da Kibrot-Taavà il popolo d'Israele andò ad accamparsi a Caseròt.

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