EPISTOLE DI S. PAOLO AI FILIPPESI 2 - Versione Diodati Riveduta

L'umiltà e l'abnegazione, basi dell'unione. L'esempio di Cristo

1Se dunque v'è qualche consolazione in Cristo, se v'è qualche conforto d'amore, se v'è qualche comunione di Spirito, se v'è qualche tenerezza d'affetto e qualche compassione,

2rendete perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo d'un animo, di un unico sentire l'essere uguale a DioGiov. 1:1, 2; Ebr. 1:3.,

7ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uominiIs. 53:3; Mat. 20:28; Giov. 1:14; Ebr. 2:14, 17.;

8ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morteMat. 26:39, 42; Ebr. 12:2., e alla morte della croce.

9Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al disopra d'ogni nomeEfes. 1:20, 21.,

10affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terraApoc. 5:13.,

11e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il SignoreI Cor. 8:6., alla gloria di Dio Padre.

Esortazione alla fedeltà nella condotta

12Così, miei cari, come sempre siete stati ubbidienti, non solo come s'io fossi presente, ma molto più adesso che sono assente, compiete la vostra salvezza con timore e tremore;

13poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenzaII Cor. 3:5; Ebr. 13:21..

14Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute,

15affinché siate irreprensibili e schietti, figliuoli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversaI Piet. 2:12., nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vitaMat. 5:14–16; Efes. 5:8.,

16onde nel giorno di CristoI Tess. 2:19. io abbia da gloriarmi di non aver corso invano, né invano faticato.

17E se anche io debba essere offerto a mo' di libazioneII Tim. 4:6. sul sacrificio e sul servigio della vostra fede, io ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi;

18e nello stesso modo gioitene anche voi e rallegratevene meco.

Paolo elogia Timoteo ed Epafròdito suoi messaggeri presso i Filippesi

19Or io spero nel Signor Gesù di mandarvi tosto TimoteoI Tess. 3:2. affinché io pure sia incoraggiato, ricevendo notizie dello stato vostro.

20Perché non ho alcuno d'animo pari al suo, che abbia sinceramente a cuore quel che vi concerne.

21Poiché tutti cercano il loro proprioII Tim. 4:10, 16.; non ciò che è di Cristo Gesù.

22Ma voi lo conoscete per prova, poiché nella maniera che un figliuolo serve al padreI Cor. 4:17. egli ha servito meco nella causa del Vangelo.

23Spero dunque di mandarvelo, appena avrò veduto come andranno i fatti miei;

24ma ho fiducia nel Signore che io pure verrò prestoFil. 1:25..

25Però ho stimato necessario di mandarvi Epafròdito, mio fratello, mio collaboratore e commilitone, inviatomi da voi per supplire ai miei bisogni,

26giacché egli avea gran brama di vedervi tutti ed era angosciato perché avevate udito ch'egli era stato infermo.

27E difatti è stato infermo, e ben vicino alla morte; ma Iddio ha avuto pietà di lui; e non soltanto di lui, ma anche di me, perch'io non avessi tristezza sopra tristezza.

28Perciò ve l'ho mandato con tanta maggior premura, affinché, vedendolo di nuovo, vi rallegriate, e anch'io sia men rattristato.

29Accoglietelo dunque nel Signore con ogni allegrezza, e abbiate stima di uomini cosiffattiI Tess. 5:12; I Tim. 5:17.;

30perché, per l'opera di Cristo egli è stato vicino alla morte, avendo arrischiata la propria vita per supplire ai servizî che non potevate rendermi voi stessiFil. 4:10..

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