1E Paolo, fissati gli occhi nel Sinedrio, disse: Fratelli, fino a questo giorno, mi son condotto dinanzi a Dio in tutta buona coscienza duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andar fino a Cesarea;
24e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montar su Paolo e condurlo sano e salvo al governatore Felice.
25E scrisse una lettera del seguente tenore:
26Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.
27Quest'uomo era stato preso dai Giudei, ed era sul punto d'esser da loro ucciso, quand'io son sopraggiunto coi soldati e l'ho sottratto dalle loro mani, avendo inteso che era Romano.
28E volendo sapere di che l'accusavano, l'ho menato nel loro Sinedrio.
29E ho trovato che era accusato intorno a questioni della loro leggeAtti 18:15; 25:19., ma che non era incolpato di nulla che fosse degno di morte o di prigione.
30Essendomi però stato riferito che si tenderebbe un agguato contro quest'uomo, l'ho subito mandato a te, ordinando anche ai suoi accusatori di dir davanti a te quello che hanno contro di lui.
31I soldati dunque, secondo ch'era loro stato ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda.
32E il giorno seguente, lasciati partire i cavalieri con lui, tornarono alla fortezza.
33E quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo.
34Ed egli avendo letta la lettera e domandato a Paolo di qual provincia fosse, e inteso che era di Cilicia, gli disse:
35Io ti udirò meglio quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori. E comandò che fosse custodito nel palazzo d'Erode.
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