Neemia 5 - Italian Riveduta 2020 Bible

Lamenti del popolo contro l’avidità dei notabili. Disinteresse di Neemia

1Si diffuse un grande lamento tra gli uomini del popolo e le loro mogli contro i Giudei, loro fratelli.

2Alcuni dicevano: “Noi, i nostri figli e le nostre figlie siamo numerosi; dateci del grano perché possiamo mangiare e vivere!”.

3Altri dicevano: “Ipotechiamo i nostri campi, le nostre vigne e le nostre case per assicurarci del grano durante la carestia!”.

4Altri ancora dicevano: “Noi abbiamo preso del denaro in prestito sui nostri campi e sulle nostre vigne per pagare il tributo del re.

5Ora la nostra carne è come la carne dei nostri fratelli, i nostri figli sono come i loro figli; ed ecco che dobbiamo sottoporre i nostri figli e le nostre figlie alla schiavitù, e alcune delle nostre figlie sono già ridotte schiave; e noi non possiamo farci nulla, poiché i nostri campi e le nostre vigne sono in mano ad altri”.

6Quando udii i loro lamenti e queste parole, io mi irritai fortemente.

7Dopo una lunga riflessione, ripresi aspramente i notabili e i magistrati, e dissi loro: “Come! voi prestate a interesse ai vostri fratelli?”. E convocai contro di loro una grande assemblea,

8e dissi loro: “Noi, secondo la nostra possibilità, abbiamo riscattato i nostri fratelli Giudei che si erano venduti ai pagani; e voi stessi vendereste i vostri fratelli, ed essi dovrebbero vendersi a noi!”. Allora quelli tacquero, e non seppero che cosa rispondere.

9Io dissi anche: “Quello che voi fate non è ben fatto. Non dovreste voi camminare nel timore del nostro Dio per non essere ingiuriati dai nostri nemici pagani?

10Anch’io e i miei fratelli e i miei servi abbiamo dato loro in prestito denaro e grano. Vi prego, condoniamo loro questo debito.

11Restituite oggi i loro campi, le loro vigne, i loro uliveti e le loro case, e la percentuale del denaro, del grano, del vino e dell’olio, che avete riscosso da loro come interesse”.

12Quelli risposero: “Restituiremo tutto, e non domanderemo più nulla da loro; faremo come dici tu”. Allora chiamai i sacerdoti, e in loro presenza li feci giurare che avrebbero mantenuto la promessa.

13Poi scossi il mio mantello, e dissi: “Così Iddio scuota dalla sua casa e dai suoi beni chiunque non avrà mantenuto questa promessa, e così egli sia scosso e resti senza nulla!”. Tutta l’assemblea disse: “Amen!”, poi celebrarono l’Eterno. E il popolo mantenne la promessa.

14Inoltre, dal giorno che il re mi stabilì loro governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, durante dodici anni, io e i miei fratelli non mangiammo della provvigione assegnata al governatore.

15I governatori che mi avevano preceduto avevano gravato il popolo, ricevendone pane e vino, oltre a quaranta sicli d’argento; perfino i loro servi opprimevano il popolo; ma io non ho fatto così, perché ho avuto timore di Dio.

16Anzi ho messo mano ai lavori di riparazione di queste mura, e non abbiamo comprato nessun campo, e tutta la mia gente si è radunata là a lavorare.

17Avevo alla mia mensa centocinquanta uomini, Giudei e magistrati, oltre a quelli che venivano da noi dalle nazioni circostanti.

18Ogni giorno venivano preparati per me un bue, sei montoni scelti dal gregge, e degli uccelli; e ogni dieci giorni si preparava ogni sorta di vini in abbondanza; tuttavia, io non ho mai chiesto la provvigione assegnata al governatore, perché il popolo era già gravato abbastanza a causa dei lavori.

19Mio Dio, ricòrdati, per farmi del bene, di tutto quello che ho fatto per questo popolo.

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